venerdì 13 luglio 2012

PACHINO (SR). PER LA PACE E IL LAVORO.Mercoledì 27 giugno, dalle 18.00 alle 20.00, a Pachino, in Piazza Vittorio Emanuele, si è svolta la manifestazione dei Comunisti Italiani di Siracusa: “Prima di tutto il lavoro e l'occupazione”, con il compagno Fosco Giannini della segreteria nazionale del Pdci. Pachino, punta estrema della Sicilia orientale, assolata terra di lavoro, famosa per il suo prodotto principale, il ciliegino, per l'orticultura specializzata e la silvicoltura. Piccoli produttori, cooperative, medi imprenditori, magazzini di lavorazione. Ma anche qui la crisi si fa sentire in modo pesante ed i produttori, indebitati e penalizzati dal costo del carburante, dalla distanza tra i mercati, dalla mancanza di infrastrutture, dalla stretta creditizia, non ce la fanno ad andare avanti. Pachino terra di immigrati ed anche di abusi nel mercato del lavoro. 
Il Compagno Gioacchino La Corte, segretario della sezione PdCI di Pachino, che ha dedicato una vita alle lotte operaie e bracciantili del territorio, come sindacalista e dirigente del P.C.I. e poi come parlamentare regionale, conosce a fondo i problemi ed i sentimenti dei pachinesi. Con parole appassionate ha ricordato i problemi del territorio, la mancanza di collegamenti rapidi con l'autostrada SR-GELA, lo stato pietoso delle strade che penalizza l'economia e soprattutto il peso insopportabile delle tasse sui cittadini, in particolare l'IMU, la Tarsu in pochi anni più che raddoppiata, le tariffe esose dell'acqua privatizzata, l'aumento della tariffa elettrica, tutti temi su cui i comunisti hanno condotto battaglie con petizioni e ricorsi. In conclusione i lavoratori, i pensionati non arrivano alla terza settimana e sono costretti ad indebitarsi. Giuseppe Galletta, segretario provinciale PdCI, nel suo intervento, grazie anche all'esperienza di assessore provinciale all'agricoltura dal 2002 al 2008, ha evidenziato i problemi del settore: il peso dell'intermediazione, il predominio della grande distribuzione, l'assenza di infrastrutture e di collegamenti rapidi, ferroviari e portuali, l'assenza di manutenzione del territorio. Infine la scelta scellerata del governo Monti di estendere l'IMU alle strutture agricole: capannoni, magazzini, che sono strutture produttive e non strumenti di rendita tassabile. La politica fiscale del governo Monti è una politica di classe che per fare cassa non ha esitato a manomettere il sistema pensionistico, che pure era in equilibrio, portando l'età pensionistica a 67 anni. Non contento Monti ha introdotto con l'Imu sulla prima casa una patrimoniale sulla povera gente. La vera patrimoniale, per cui anche a Pachino sono state raccolte le firme, quella sui grandi patrimoni spesso frutto di evasione, Monti non la vuole, rivelando in maniera lampante la natura di classe del suo governo. In breve Galletta ha esortato a non fidarsi del movimento cosiddetto dei “Forconi” i cui dirigenti e caporioni, strumentalizzando i problemi reali degli agricoltori, hanno procurato danni per milioni di euro al territorio bloccando la commercializzazione dei prodotti. Essi sono figli del vecchio sistema di potere clientelare e vicini a gente come l'ex ministro Saverio Romano e Miccichè. Fosco Giannini, nel suo intervento conclusivo, ha con forza ribadito le posizioni dei comunisti italiani per una politica che metta al centro il lavoro e l'occupazione. Il lavoro e i diritti dei lavoratori. Ha ricordato l'attacco feroce contro i diritti dei lavoratori e le loro storiche conquiste. La riforma del diritto del lavoro del ministro Fornero e di Monti aumenta la precarietà, non servirà a creare nuova occupazione ma a dare mano libera ai padroni nelle fabbriche con la sostanziale cancellazione dell'art.18, a favorire sindacati acquiescenti, ad emarginare la FIOM, ad introdurre forme di moderna schiavitù. Pomigliano con la discriminazione dei lavoratori iscritti alla Fiom, che non sono stati riassunti dalla nuova fabbrica di comodo, è l'esempio più eclatante. Occorre quindi suscitare ed organizzare un movimento unitario di lotta per l'occupazione e i diritti, contro le nuove forme di contrattazione che consentono di derogare dai contratti nazionali. Bisogna lottare con le forme più ampie di unità politica e sociale in difesa dell'art. 18 e dei contratti collettivi di lavoro. I comunisti, che sono stati a fianco dei lavoratori per difendere l'occupazione ad Ancona come a Pomigliano, a Genova, a Termini Imerese, promuoveranno un referendum per abolire la cosiddetta riforma dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori e l'articolo 8 della finanziaria 2011 che consente di derogare alla contrattazione collettiva nazionale. Lotta e unità sul solco della tradizione comunista. Quindi Giannini ha rivendicato una nuova politica economica, un piano per il lavoro e l'occupazione. Le risorse ci sono. Bisogna fare pagare chi si è arricchito ancora di più in questi ultimi venti anni. Imposta patrimoniale sulle grandi ricchezze, lotta all'evasione fiscale, tassazione sui capitali esportati illegalmente per evadere le tasse. Ed infine bisogna farla finita con lo scandalo delle spese militari, 20 miliardi per acquistare bombardieri americani, e poi anche aerei senza pilota che installano a Sigonella. Il nostro governo, a differenza di altri governi europei, si mostra sempre pronto ad accogliere le richieste americane e a trasformare la Sicilia in una base per operazioni imperialiste come è successo con la Libia e come si vorrebbe fare con la Siria. Occorre dunque lottare per battere le politiche antipopolari ieri di Berlusconi oggi di Monti e costruire l'unità delle forze di sinistra.
A CURA DI GIUSEPPE LA CORTE

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